Photo: Filippo Armellin
Studiolo è lieto di presentare la mostra “Four Little Stories”; group show degli artisti Catherine Biocca (1984, Roma), Sophie Reinhold (1981, Berlin), Henning Strassburger (1983, Meißen) e Malte Zenses (1987, Solingen) a cura di Maria Chiara Valacchi; una riflessione sul lavoro di quattro artisti – tutti appartenenti per formazione o nascita all’area berlinese – che attribuiscono al disegno un valore fondante nelle loro differenti narrazioni pittoriche.
In Germania, il disegno, raggiunge la sua massima espressione alla fine della prima guerra mondiale quando, sfrondare la pittura accademica fino a ridurla a semplice gesto grafico, era il modo di restituire su carta l’oggettività di un popolo nel caos. Ne deriva ben presto un realismo magico, una trascrizione simbolica di una ritrovata forma classica, immersa in una fissità spaziale sospesa, evanescente, che sfalda e compenetra le figure per abbracciarle in un essenziale astrattismo lirico.
Il disegno, del resto, è la matrice del tutto, la germinazione dell’immagine, l’avamposto della complessità. Una complessità che in Four Little Stories nasce e permane nello stesso concetto di segno; tratti che insistono sulla tela catalizzando quelle più ampie dinamiche pittoriche sviluppate nelle loro ricerche personali. Le sei tele selezionate, con intensità differenti, intessono tra loro un dialogo inequivocabile sull’importanza dello sketch, mostrando quattro possibili facce di una medesima possibilità formale; senza mai retrocedere verso l’astrazione tout court e allo stesso tempo senza mai spingersi verso una figurazione eccessivamente patinata.
Catherine Biocca, abbraccia una trasversalità sia esecutiva che teorica, cercando il perfetto contrappunto tra matrice pittorica ed elementi altri, tra realtà e fantasia. Come in un palcoscenico la serie "hundred better ways to die”, iniziata nel 2014, espleta una serie di figure-fumetto, librate su sfondi monocromi, e colte ironicamente nel potenziale atto di morire accidentalmente in situazioni differenti; un lavoro metaforico che racconta come la crescita di un’identità personale debba passare ineluttabilmente attraverso le inside della società. Sophie Reinhold ci traghetta verso il suo mondo di sospensione e impalpabilità. Nei due dipinti “True Listening” e “Wilde Orchideen”, tratta la tela con polvere di marmo colorata facendo affiorare, sulla trama grossa e porosa della juta, fiori e situazioni umane che si perdono nell’evanescenza di colori acquarellati. Queste immagini – apparentemente iper-stilizzate – si compongono in verità di una moltitudine di superfici a rilievo dai bordi affilati, che frammentano l’immagine complessiva in un intreccio grafico ben più complesso. Come giustapposizioni simboliche, le forme di un’orchidea e di una scena domestica, tradiscono significanti antropici quali il riscatto sociale, l’affermazione o la solitudine, spingendo il senso di questo linguaggio oltre alla semplice rappresentazione. La speranza generazionale e le ansie del nostro tempo sembrano essere condensate nel lavoro di Henning Strassburger. Nelle due piccole astrazioni calligrafiche “Yoga Feet” e “Surfer Feet”, le gestualità di un ragazzo intento a fare yoga in giardino, si sintetizzano in rapidi segni anatomici che si incastrano all’interno delle intricate trame astratte che lo contraddistinguono. Costellazioni iconiche – spesso tratte dai suoi album di schizzi ad inchiostro – vivono nei suoi spazi pittorici, volutamente concepiti senza confini, e avvolti da una fitta colorazione grigia che come una nube avvolge e confonde indistintamente gesti, momenti intimi e memorie. Alle detonazioni cromatiche e segniche di Strassburger si contrappongono le candide e introverse tele di Malte Zenses che, come enigmi da decodificare, lasciano lo spettatore in un limbo tra analisi socio-politiche e la sua personale visione del mondo. La tela si trasforma nella pagina di un vero e proprio sketchbook, pronta per annotare ragionamenti (mai privi di ironia) sulla società contemporanea afflitta da tematiche come la perdita dei concetti di bellezza e pace, la diminuzione delle risorse terrestri e, non ultimo, lo sgretolamento del sistema sociale di fronte all’attuale pandemia mondiale. L’opera “50% fuck you 50% love you” ci mostra due stivali rappresentati da un’insolita prospettiva; Zenses ci pone davanti ad un altro dei suoi bivi: una velenosa critica nei confronti delle gerarchie o solo un divertissement vouyeristico?
La mostra appare come un’armonica composizione di immagini dall’intensità intermittente e alla costante ricerca di forme ipnagogiche che, convertite in soggetti grafici o semiotici, ci parlano, senza mai svelaci troppo, di ognuno di loro.
Studiolo is proud to announce the exhibition “Four Little Stories”; a group show of the artists Catherine Biocca (1984, Rome), Sophie Reinhold (1981, Berlin), Henning Strassburger (1983, Meißen) e Malte Zenses (1987, Solingen) curated by Maria Chiara Valacchi; is a four artists work's reflection - all of them belonging to the Berlin scene by birth or artistic training - which assign to the drawing an anchore point of a them differents pictorial narrations.
In Germany at the end of a WWII, drawing is in it's maximum expression, because breacking the accademic's rules 'till reduce it in a simple graphic gesture, was the way to give back in a paper the chaotic objectivity of society. This give origin to a magic realism, a rediscovered classic form in a simbolic trascrition, immersed in a souspended fixity space, evanscent, who slip apart and permeate figures to hugh them in a essential liric's abstactism.
After all, drawing is the matrix of everything, the germination of the image, the outpost of complexity. A complexity that in Four Little Stories is born and remains in the same sing's concept; traits that insist on the canvas catalyzing the broader pictorial dynamics developed in their personal research. The six selected canvases, with different intensities, weave together an unequivocal dialogue on the importance of the sketch, showing four possible faces of the same formal possibility; without ever retreating towards abstraction tout court and at the same time without ever pushing towards an excessively glossy figuration.
Catherine Biocca embraces both executive and theoretical transversality, looking for the perfect counterpoint between pictorial matrix and other elements, between reality and fantasy. As on a stage, the series "hundred better ways to die", which began in 2014, carries out a series of comic figures, hovering on monochrome backgrounds, and ironically captured in the potential act of accidentally dying in different situations; a metaphorical work that tells how the growth of a personal identity must inevitably pass through the inside of society. Sophie Reinhold takes us to her world of suspension and intangibility. In the two paintings "True Listening" and "Wilde Orchideen", she treats the canvas with colored marble dust bringing to the surface, on the thick and porous texture of the jute, flowers and human situations that are lost in the evanescence of watercolor colors. These images - apparently hyper-stylized - are actually made up of a multitude of surfaces in relief with sharp edges, which fragment the overall image in a much more complex graphic interweaving. As symbolic juxtapositions, the shapes of an orchid and a domes tics, betray anthropic signifiers such as social redemption, affirmation or loneliness, pushing the meaning of this language beyond mere representation. The generational hope and anxieties of our time seem to be condensed in the work of Henning Strassburger. In the two small calligraphic abstractions "Yoga Feet" and “Surfer Feet”, the gestures of a boy intent on doing yoga in the garden are summarized in rapid anatomical signs that fit within the intricate abstract textures that distinguish him. Iconic constellations - often taken from his ink sketchbooks - live in his pictorial spaces, deliberately conceived without borders, and enveloped in a dense gray color that, like a cloud, envelops and confuses gestures, intimate moments and memories. The white and introverted canvases of Malte Zenses contrast with the chromatic and signic detonations of Strassburger which, like enigmas to be decoded, leave the viewer in a limbo between socio-political analyzes and his personal vision of the world. The canvas is transformed into the page of a real sketchbook, ready to annotate arguments (never without irony) on contemporary society afflicted by issues such as the loss of the concepts of beauty and peace, the decrease of earthly resources and, last but not least, the disintegration of the social system in the face of the current global pandemic. The work "50% fuck you 50% love you" shows us two boots represented from an unusual perspective; Zenses puts us in front of another of its crossroads: a poisonous criticism of the hierarchies or just a voyeuristic divertissement?
The exhibition appears as a harmonious composition of images with an intermittent intensity and a constant search for hypnagogic forms which, converted into graphic or semiotic subjects, speak to us, without ever revealing too much, about each of them.
Catherine Biocca
Born in 1984 in Rome. Lives and works in Berlin
Studies
2006 BA Political sciences, Luiss University, Rome
2010 Apprentice Diplomafrom Georg Herold, Dusseldorf Academy of Fine Arts
2013 Diploma, Dusseldorf Academy of Fine Arts
2015-14 Rijksakademie van Beeldende Kunsten, Amsterdam
Selected Solo Exhibitions
2020 Milky Seas, PSM Gallery, Berlin; 2019 Catherine Biocca, edition no° 3 of the performative Exhibition series die buehne, Der Große Garten, Gerswald, Brandenburg, YOU’RE HIRED!, Villa delle Rose, Mambo, Bologna; Complexity Cost, greengrassi, LondonInfinity Pool, Polansky Gallery, Prague; 2018 Credit Card, VHDG, Leeuwarden, Ancient Workers, Kunstfort, Vijfhuizen (duo show with Eva-Fiore Kovakovsky); 2017 Premium Client, PSM Gallery, Berlin, Bonsai Feeling, Kunstverein, Nürnberg, SS SAD SYMPHONY, Frutta, Rome; 2016 Asphalt Paintings,STRABAG Art Lounge, Vienna, THE FEAR OF KILLING/THE FEAR OF BEING KILLED, Le Foyer, Zurich, Multiple choice double happiness, i-project, Beijing, Unfasten Seatbelt, Jeanine Hofland, Amsterdam, Discrete Justice, PSM Gallery, Berlin (Duo show with Charlotte Herzig); 2015 Sunday Art Fair with Jeanine Hofland, London, National Character, Billboard Series, 019, Gent Meeting 4D, Silberkuppe, Berlin, On Display, BASIS, Frankfurt; 2014 Goya, Project Space South,Rijksakademie, Amsterdam, Big Hams, Kunstakademie Düsseldorf
Sophie Reinhold
Born in 1981 in Berlin. Lives and works in Berlin
Studies
2005–2008 Hochschule für Grafik und Buchkunst, Leipzig
2008-2011 Weißensee Academy of Art Berlin (class of Antje Majewski)
2010 Akademie der bildenden Kunste, Vienna (class of Amelie von Wulffen)
Selected Solo Exhibitions
2020 Loggia, München, galerie philippzollinger, Zürich, Das kann das Leben kosten, CFA Berlin; 2019 title tbc, Sophie Reinhold and Ruth Wolf-Rehfeldt, Kunstverein Reutlingen, The Ballad of the Lost Hops, Sundogs, Paris; 2018 DEAR HANNES, Schiefe Zähne, Berlin, Why talk of love at a timelike this?!, Galerie Rüdiger Schöttle, Munich; 2017 What If Everything Was The Same? Exchange of Vacuums, Sophie Tappeiner, Vienna, Can I change my mind?, Galerie Tobias Naehring, Leipzig; 2015 New Other Dimension Congres, with Linda Spjut, LISZT, Berlin; 2014 Portrait of ..., Kunstverein Friedrichshafen, Softmachine, Galerie Tobias Naehring, Leipzig
Henning Strassburger
Born in 1983 in Meißen. Lives and works in Berlin
Studies
2006 – 2009 Kunstakademie Düsseldorf, Prof. Albert Oehlen, Germany
Selected Solo Exhibitions
Upcoming 2021 Sies + Höke, Düsseldorf; 2020 Die Unschuldigen, Contemporary Fine Arts, Berlin, ALPHAKEVIN, Kunstverein Heppenheim, Heppenheim; 2019 Karma Mension, BlainISouthern, London, HENHOP-Syndrome (mit Andy Hope 1930), Kunstverein Heppenheim; 2018 KENNY, BlainISouthern Berlin, Air Conditioner, Osnova Gallery, Moscow, Fünf Bilder, Blumenthal, New York; 2017 Privacy, Hofstra University Gallery, New York, JANE, Sies + Höke, Düsseldorf; Private Resort, Múrias | Centeno, Porto, Meditations in an Emergency, Neue Galerie Gladbeck, Gladbeck; Superet Exit Systems, Studiolo, Milan, Bleaching is Teaching, Kunstverein Reutlingen, Reutlingen, Superet Light, Soy Capitán, Berlin, Dirt Club, BolteLang, Zurich, Biographical Paintings of Love and Hate, anna rumma, Naples, Think Tank, Oldenburger Kunstverein, Oldenburg, Pool, Sies + Höke, Düsseldorf, Strike The Pose, Soy Capitán, Berlin, What This Does, Salon Dahlmann, Berlin
Malte Zenses
born in 1987 in Solingen, lives and works in Berlin
Studies
2010 - 2015 HfG Offenbach am Main, Prof. Wolfgang Luy and Prof. Susanne Winterling
2013 - 2016 Kunstakademie Düsseldorf, Prof. Andreas Schulze
2017 - 2018 scholarship holder of the Marianne Defet Painting Scholarship in Nuremberg
Selected Solo Exhibitions
2020 Im Regio 3, totale Verwirrung, SPERLING, Munich; 2019 Future Forms Fiction, SchauFenster, Berlin; 2018 Have you ever heard about der Traum ist aus, Damien & The Love Guru, Brussels; 2017 IN TYRANNIS, Kunstverein Nuremberg, ABER, Salon Kennedy, Frankfurt a. M., pay for rituals, with Felix Kultau, Fiebach Minninger, Cologne; 2016 Lips, Studio Picknick, Berlin, NEW POSITIONS, Art Cologne, Pais, Krikrika & Fofi, Kadel Willborn, Duesseldorf