Gianni Di Rosa

Opening 25_09_2019, 18:30 - from 26_09_2019 to 17_11_2019





















Photo: Filippo Armellin


Studiolo è lieto di presentare il primo solo show dell’artista Gianni Di Rosa (Modica, 1984); sospesa in uno spazio concettuale tra passato e presente, la mostra “The day of triumph is a black hole” è un cammino tra  immagini austere ed elegiache, traduzione personale di un eterno ritorno a luoghi, persone, sogni non realizzati e vicende narrate.

Incipit del progetto la finale dei mondiali di calcio 2014 tra Germania e Argentina, evento in cui il giocatore tedesco Christopher Kramer, scontrandosi contro un avversario, riporta un trauma così violento da perdere la memoria di quel momento leggendario in cui diventerà, a sua insaputa, campione del mondo. Di Rosa opera una traduzione concettuale, ponendo il ritratto del giocatore – in forma di autoritratto – in un rapporto di interdipendenza con un feticcio iconografico: un prato sintetico, quale ineluttabile incubatore di memoria. Ciò che emerge è la volontà di partire da un vuoto; il “giocatore-artista” corre nel territorio interiore del ricordo e dichiara il bisogno di trascrivere questo distacco in opera.

Un’assenza dalla quale si diramano altri appunti pittorici: cronache d’infanzia, storie e desideri, come asfittiche promesse di un futuro mai manifestato. L’autobiografia dell’autore corrompe ogni lavoro portando al loro interno particelle di vita vissuta o persino proprie citazioni somatiche: è il caso del suo passato da ex calciatore dal quale nasce l’interesse per i volti ibridi del dittico “Gemelli D”, di chiaro rimando alla cultura Maya della “pelota”, o nel sostituire il proprio volto con quello del celebre calciatore anti-regime Matthias Sindelar (detto Cartavelina) o ancora  dell’opera “1984”, citazione del celebre romanzo di George Orwell ma anche sua data di nascita.

Ogni carattere delineato mette in luce la volontà di creare una dicotomia tra la reale oggettività del presente e la melanconica rinuncia di un’aspirazione passata; l’anima fisica e l’anima mentale dei personaggi dipinti si incrocia senza mai coincidere, un processo che l’artista mette in opera spesso per mezzo di un “defasaggio” pittorico suggerendoci come la memoria si poggi come un’aurea sul vero. In questo mondo sospeso tra ieri e oggi, tra pensato e vissuto, i collegamenti mentali si manifestano sul filo del ricordo, si materializzano, mostrando tracce accurate di una realtà rotta. Gianni Di Rosa pensa ad una mostra dove si sta giocando un’ideale partita di pallone o con la vita.

Studiolo is pleased to present the first solo show by the artist Gianni Di Rosa (Modica, 1984); suspended in a conceptual space between past and present, the exhibition The day of triumph is a black holeis a journey through austere and elegiac images, a personal translation of an eternal return to places, people, unrealized dreams and narrated events.

The 2014 World Cup final between Germany and Argentina is the incipit of the project, an event in which the German player Christopher Kramer, clashing against an opponent, reports such a violent trauma that he loses the memory of that legendary moment in which he will become, without his knowledge, the World Champion. Di Rosa operates a conceptual translation, placing the player's portrait - in the form of a self-portrait - in a relationship of interdependence with an iconographic fetish: a synthetic lawn, as an ineluctable memory incubator. What emerges is the will to start from a void; the "player-artist" runs into the inner territory of memory and declares the need to transcribe this detachment in a opera.

An absence from which other pictorial notes branch out: chronicles of childhood, stories and desires, as asphyxiated promises of a future that has been never manifested. The author's autobiography corrupts every work bringing into it particles of life lived or just his own somatic citations: this is the case of his past as a former footballer from which the interest in hybrid faces of diptych Gemelli D, clearly referring to the Mayan culture of "Pelota", or replacing his own face with that of the famous anti-regime footballer Matthias Sindelar (also known as Cartavelina) or even in the work 1984, a reference to the famous novel by George Orwell but also his date of birth.

Each character outlined highlights the desire to create a dichotomy between the real objectivity of the present and the melancholy renunciation of a past aspiration; the physical soul and the mental soul of the painted characters intersect without ever coinciding, a process that the artist often puts into practice by means of a pictorial "de-phasing" suggesting that memory rests like an aura on the true. In this world suspended between yesterday and today, between thought and experience, mental connections manifest themselves on the thread of memory, materialize, showing accurate traces of a broken reality. Gianni Di Rosa thinks of an exhibition where he is playing an ideal football match or with life.


-


Gianni Di Rosa
Modica, 1984 - lives and works in Milan

Studies
2011 Accademia di Belle Arti di Brera, Milano

Selected and Recent Exhibitions
2017 Fermata Inganni, Studi Festival, Milano; 2015 Nove, Museo Riso, Palermo, Senza ora nérame, Studi Festival, Milano; 2014 Premio FAM Giovani per le Arti Visive, Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, Extradelicato, Via Pantelleria, Milano; 2013 So/stare, Museo d’Arte Contemporanea, Lissone; 2011 Il Belpaese dellArte. Etiche ed estetiche della nazione, GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo.



13/09/2019