Laura Baldassari

Opening 05_06_2018, 18:30 - from 06_06_2018 to 28_07_2018



















Photo: Filippo Armellin

La storia delle icone, dalle effigi liturgiche narranti episodi religiosi all’avvento del cinema e della tv, è complessa e inesauribile ma sempre strettamente connessa ai cambiamenti socio-culturali di un’epoca. Nell’immaginario collettivo contemporaneo il modello si incarnifica nelle persone comuni che, come star del cinema o della musica e grazie alla rete e ad un ipotizzato talento, sono sempre più spesso elevati a “corpi celesti”; a favorirne l’ascesa l’uso sproporzionato dei social media che randomicamente hanno trasformando perfetti sconosciuti in catalizzatori di milioni di consensi.

Laura Baldassari indaga lo scarto che si consuma tra una popolarità effettiva e una illusoria, attuando in mostra un meccanismo scenico duplice dove far coesistere valori e controvalori di entrambi.

Sceglie Britney Spears, simbolo della rinascita del Teen Pop e allo stesso tempo vittima sacrificale di questo sistema, quale rappresentazione di un successo duraturo ma tormentato e soggetto sul quale far ruotare tutto il progetto pittorico; ridotta a solo corpo e riconoscibile solamente per l’abbigliamento e gli accessori da teenager, una giovane Britney è ritratta in due grandi tele di 180x135 cm e avvolta da un’aura dalle tonalità pastello in cui un fitto intreccio di rose e fiamme sembra schematizzarne metaforicamente alcuni tratti biografici.

Dalla monumentalità della tela allo schermo di uno smartphone, vero e proprio bene primario e mezzo sulla quale proiettare comodamente le proprie narcisistiche ambizioni di successo; un close-up del volto dell’artista, incorniciato da una corona di rose finte, intona il cantabile “Casta Diva” tratto dalla Norma di Vincenzo Bellini, aria resa nota dalla celebre interpretazione della Callas e per il suo utilizzo in molteplici spot pubblicitari. Sul piccolo monitor scorrono le parole e il suono invita lo spettatore ad intonarne le note, diventando per la sua breve durata protagonista indiscusso di quel momento, una celebrità transitoria come i molti giovani “interpreti” di app come Musical.ly. Una grande tenda dai toni cangianti, dal viola al blu, incornicia il video creando un sipario volutamente sovradimensionato e conferendo toni oscillanti tra austerità e sarcasmo, mentre la parola “Karaoke” trasla in un opera luminosa realizzata a neon quasi a voler conquistare apertamente le attenzioni del pubblico.

Un’atmosfera sacrale che ci porta verso alcune esperienze estetiche e multimediali care agli anni ’90 - volutamente fredda e introversa - felice solo ad una lettura più superficiale.

From liturgical effigies of religious stories to the advent of cinema and T.V., the idea of the “icon” is complex, inexhaustible and is strictly linked to the sociological and cultural changes of an age. In the contemporary collective imagination the “icon” takes the shape of normal people that, thanks to the internet and a hypothetical “talent”, are ever more often elevated to the status of “celestial being” like stars of the cinema or music. The disproportionate use of social media has randomly transformed anonymous nobodies into mega stars with millions of followers.

Laura Baldassari investigates the difference between real and apparent popularity in a scenographic duality where both the pros and cons of these two phenomena exist side by side.

She chooses Britney Spears, both symbol of the Teen Pop Idol and at the same time sacrificial victim of this system, whose representation of lasting but tormented success is the epicentre of the pictorial project; reduced to a body, only recognisable by the teenage clothes and accessories. A young Britney is depicted in two large canvases of 180 x 135 cm and is embraced by an aura of pastel tones in which a tightly intertwined composition of roses and flames seem to metaphorically represent certain biographical aspects of the subject herself.

From the monumental scale of the canvas to the screen of a smartphone – the true prize possession in contemporary society, that just so happens to also provide an easy way of successfully achieving ones narcissistic ambitions. A close up of the artist’s face, framed by a crown of fake roses, sings “Casta Diva” from La Norma by Vincenzo Bellini, an aria made famous by the legendary performance of Maria Callas and for its use in numerous advertisements. The sound paired with the words that appear on the tiny monitor invite the spectator to join in and sing the ballad, thus becoming, for a short time the undisputed star of the moment, a transitory celebrity, like the many young “stars” of apps like Musical.ly. A large blue-purple iridescent curtain serves both as a frame and an intentionally oversized backdrop to the video lending it tones that oscillate between austerity and sarcasm while the word “Karaoke” becomes a neon light installation that seems to brazenly call for the attention of the public.

This is a sacred atmosphere that draws us towards an aesthetic and multimedia experience dear to the 1990s. It is intentionally cold and introverted, seemingly happy only on a first, superficial reading.

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Laura Baldassari
Ravenna, 1987 - lives and works in Milan

Studies
2010 Scuola dell’Opera Italiana, Teatro Comunale di Bologna
2005-2009 Conservatorio Frescobaldi, Ferrara
2004-2007 Accademia di Belle Arti, Bologna, IT

Selected Solo and Group Exhibitions: 2017 Incontri, curated by Giacinto di Pietrantonio, Palazzo Terzi, Bergamo, GOD (with Alberto Biagetti), curated by Maria Cristina Didero, Atelier Biagetti, Milan; 2016 NO SEX (with Alberto Biagetti), curated by Maria Cristina Didero, Atelier Biagetti, Milan and Miami; 2015 BODY BUILDING (with Alberto Biagetti), curated by Maria Cristina Didero, Atelier Biagetti, Milan; 2013 One Minute Ago, curated by Gabi Scardi, Riccardo Crespi, Milan; 2010 La croce, la testa, il piatto, Biblioteca Malatestiana, Cesena; 2011 Accademie D’Italia, 54° Biennale di Venezia, Tese di San Cristoforo, Arsenale, Venice; 2010 Lapis.0, curated by Massimiliano Fabbri, Chiesa del Pio Suffragio Fusignano, Ravenna; 2008 Marina, MAR, Ravenna; 2007, Shaping air, curated by John Duncan and Lelio Aiello, NEON Campo Base, Bologna



17/05/2018